Silvano Spelta

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Indirizzo Studio
Via R.BONGHI, 23 - 20141 MILANO
Tel. 0289506475

e-mail: selvanera @alice.it

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Nato a S.Bassano (CR) nel 1947, incoraggiato dal padre inizia a dipingere all'età di 6 anni ritraendo dal vero paesaggi e figure. Partecipa alla Rassegna Internazionale del Disegno Infantile a Cremona nel 1955 (vedi a lato) dove gli viene dedicata un'intera sala per l'esposizione delle sue opere. La sua attività pittorica, ridottasi durante gli impegni scolastici, riprende con impegno dal 1967 al 1969 quando é a Parigi dove frequenta l'Accademia di Montparnasse nell'atelier di composizione. Ritornato in Italia inizia ad esporre le sue opere in mostre personali sia a Milano che in altre città. Il suo interesse per la psicoanalisi condiziona il suo mondo pittorico dove prevalgono visioni surreali e oniriche interpretate secondo modalità che trovano riferimento nelle opere di Max Ernst, Hans Arp e André Masson. Verso gli anni 80 inizia una nuova fase dove i temi trattati si possono definire sinteticamente come un "diario visivo" nel quale prendono posto soprattutto le esperienze di vita condivise con gli amici. Fra il 1982 e il 1984 frequenta a Parigi una scuola di incisione. La sua attività, seppure ancora intensa, per diversi anni rimane volutamente isolata dal mondo "ufficiale" dell'arte figurativa. Soltanto verso la metà degli anni 90 Spelta presenta di nuovo in due mostre personali i suoi lavori i quali, in particolare, rappresentano una frattura con il passato sia nei temi trattati che nella tecnica. L'attenzione e l'interesse pittorico ora è rivolto alle cose che ci appartengono, o meglio, alle cose che gli appartengono, cose, oggetti, vestiti che nel tempo accumulano una storia, assorbono un vissuto, si riempiono di tracce umane e assumono un valore simbolico rinviando la mente al mondo dell'immaginario. Il contenuto degli armadi, sui cui ripiani sono ammucchiati disordinatamente indumenti e biancheria di ogni tipo, vuole evocare l'effimero (ma molto accattivante) mondo dei beni di consumo di cui siamo sempre più dipendenti. La figura umana, tanto dipinta nei passati lavori, tende a scomparire riproponendosi nelle spoglie di abiti indossati nel quotidiano o lasciando il posto a manichini e maschere utilizzati per trasmettere messaggi volutamente ironici sulla condizione dell'umanità nel nostro tempo. Hanno parlato di lui :
Lo scultore Carlo Paganini, i critici d’arte Luciano Budigna, Ignazio Mormino, Dino Villani e Giorgio Seveso, il pittore e critico Mario Radice, i giornalisti Edgar Moroder, Emilio Albuzzi e Giuliano Albani.